Il trattamento implanto-protesico con rialzo di seno può essere una soluzione particolarmente efficace per i pazienti affetti da sequele di malattie parodontali. Soprattutto perché, se ben eseguito, è una soluzione efficace per il recupero della funzionalità e dell'estetica del sorriso del paziente.
Lo sa bene il nostro tootor, Matteo Chiapasco, direttore dell’unità di Chirurgia Orale, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche dell’Università di Milano, oltreché professore associato presso lo stesso Ateneo e presso la Loma Linda University di Los Angeles (USA).
Insieme a lui, abbiamo approfondito il caso di un paziente affetto da malattia parodontale grave.
“Questa è la situazione iniziale prima della preparazione parodontale, in cui il paziente si presentava con una perdita di numerosi elementi dentari. Abbiamo cercato di lasciare quelli residui, che comunque rimanevano stabili una volta eseguita la terapia eziologica, ma non affidabili per poter proporre una soluzione protesica fissa utilizzando come pilastri le radici stesse. Per cui il piano di trattamento è consistito nella preparazione parodontale iniziale, e poi in una procedura di rialzo del seno mascellare, sia destro che sinistro, per la notevole espansione dei due seni, com’è ben visibile nella panoramica” ci racconta Chiapasco.
Durante la seduta appena citata, ponendo attenzione alla procedura di rialzo di seno mascellare, è possibile indicare una serie di passaggi fondamentali.
In primo luogo, Chiapasco ha effettuato un'incisione in cresta seguendo il colletto, per poi effettuare un’incisione intrasulculare sulla dentatura residua.
Date le condizioni del paziente, la ridotta altezza residua tra la cresta alveolare e il pavimento del seno non hanno permesso l’utilizzo di un approccio crestale. Pertanto, si è preferito intervenire tramite approccio laterale.
Il seguito del trattamento può essere successivamente distinto in due fasi: prima il grande rialzo di seno mascellare, e poi, dopo alcuni mesi di consolidamento, l'inserimento degli impianti.
Durante il procedimento, inoltre, Chiapasco ha effettuato uno scollamento a tutto spessore per ottenere un adeguato accesso alla parete anterolaterale del seno mascellare.
“Una volta completata la preparazione della finestra con cauti movimenti – spiega Chiapasco, – si inizia il sollevamento della membrana di Schneider utilizzando degli appositi scollatori curvi, che devono essere mantenuti ben aderenti al pavimento del seno nella sua porzione inferiore e sui lati, sia mesiale che laterale, progredendo lentamente e in modo uniforme, senza mai insistere in modo eccessivo in un punto specifico, perché questo espone al rischio di creare tensione sulla membrana e favorire quindi una lacerazione della stessa.”