Esistono diversi errori che si possono commettere quando si effettua una terapia canalare, che possono variare di volta in volta in base alle unicità del paziente e dell’elemento da trattare.
Per questo è bene conoscere tutte le caratteristiche principali dei vari elementi ed effettuare tutti gli esami del caso prima di ogni intervento, minimizzando così il rischio di imprevisti nell’intraoperatorio.
Ne abbiamo parlato anche con il nostro tootor, Marco Martignoni, odontoiatra esperto in endodonzia, che ci ha mostrato come approcciare nel modo più corretto una terapia canalare nell’elemento 2.6.
Ma vediamo prima quali sono le complicanze più comuni cui va incontro il clinico nel trattare i vari elementi dentari.
In questo caso, i rischi maggiori sono dovuti a una scorretta inclinazione della fresa, che può portare ad avvicinarsi troppo, fino a perforare, la superficie vestibolare a livello cervicale e la superficie interprossimale. A volte, per lasciare integra la superficie vestibolare che garantisce l’estetica, si tende a forare con la fresa partendo dal cingolo dell’elemento. In questo modo, però, è possibile incappare in una perforazione vestibolare dettata dall’inclinazione scorretta, perché l’imbocco canalare non risulta sulla linea di lavoro tracciata dalla fresa stessa.
Per centrare il canale risulta utile partire dal margine incisale dell’elemento, oppure entrare da vestibolare con una leggera inclinazione verso il versante palatino. Così facendo, i file endodontici potranno entrare in modo rettilineo nel canale senza essere eccessivamente stressati.
Anche in questo caso, il rischio è di perforare la superficie mesiale o distale. Il pericolo maggiore nei primi premolari superiori è invece quello di perforare vestibolarmente o palatalmente. Questo perché sono elementi che, in genere, presentano due canali, uno vestibolare e uno palatale, e se ci si estende troppo con la fresa durante la ricerca degli imbocchi, si può creare questo tipo di danno.
Nel caso di molari superiori, la valutazione preoperatoria risulta essenziale soprattutto per evitare di perforare la superficie mesiale cercando di evidenziare il canale MB2 – presente nella maggior parte dei casi – che si posizione tra MB1 e il canale palatino. Inoltre, bisogna fare attenzione a non cercare la camera pulpare distalmente alla cresta trasversale. Se il dente è integro, ci si può aiutare prendendo come riferimento le leggi che regolano l’apertura della camera pulpare, ossia:
Certamente un esame radiografico può darci indicazioni e punti di repere importanti, che saranno utili durante le fasi intraoperatorie. Inoltre, nei molari superiori è utile sapere che il canale mesio-buccale si trova sotto la cuspide corrispondente, e che il canale distale è localizzato mesialmente rispetto alla cresta trasversa. La conoscenza di queste informazioni non solo consente di evitare le perforazioni durante la ricerca dei canali, ma anche di risparmiare tessuto dentale.
Questi elementi hanno in genere una conformazione tricanalare, con due canali mesiali e uno distale più largo. Perciò bisogna fare molta attenzione a non penetrare troppo all’interno del dente con la fresa durante le fasi di apertura camerale e di ricerca degli imbocchi, per non incappare in una perforazione a livello del pavimento della camera pulpare; in questo caso, può essere molto utile valutare in anticipo la posizione degli elementi, in particolare l’inclinazione vestibolo-linguale.
Per questi denti il problema principale è quello di evidenziare bene i due canali mesiali.
Le perforazioni possono essere dettate dalla rimozione eccessiva di tessuto dentale nella superficie mesiale.
Come intervenire minimizzando i rischi quando ci si trova davanti a un molare superiore che, per di più, presenta un importante arretramento del fascio vascolo-nervoso con calcificazioni?
Ne abbiamo parlato con il nostro tootor, Marco Martignoni, che ci ha illustrato l’approccio corretto da usare portando ad esempio uno dei suoi casi di terapia canalare su elemento 2.6.
“L’elemento si presenta in radiografia con alcune difficoltà tipiche dei molari superiori: una cavità d’accesso ridotta e calcifica, con canali curvi” spiega Martignoni.
“La cavità d’accesso deve essere sviluppata al centro della fossa centrale e, soprattutto in caso di canali calcifici e di polpa retratta, deve prevedere un disegno che sia quanto più esteso possibile, in modo da rivelare la presenza degli imbocchi canalari senza danneggiare il pavimento e senza creare dei gradini.”
“In questo caso, ho immediatamente utilizzato un sistema reciprocante per ottenere un allargamento precoce solo nel settore coronale. Ciò risulta utile per semplificare l’accesso profondo al settore più apicale.”
E specifica: “Gli strumenti devono viaggiare in senso corono-apicale (crown-down).”